Regione Emilia-Romagna, la “cardioprotezione” può attendere

di Michele Facci
di Michele Facci

I D.A.E. salvano la vita, ma la legge regionale sui defibrillatori è ancora ferma al palo

La Regione Emilia-Romagna, con la LEGGE REGIONALE 5/12/ 2018 , n. 19 (PROMOZIONE DELLA SALUTE, DEL BENESSERE DELLA PERSONA E DELLA COMUNITÀ E PREVENZIONE PRIMARIA), all’art. 15 (Prevenzione delle malattie del sistema cardiovascolare e della morte cardiaca improvvisa. Sistema di cardioprotezione regionale), ha assunto come proprio obiettivo di rendere l’intero territorio regionale cardioprotetto (comma 1).

A tal fine “la Regione, attraverso la propria programmazione per la prevenzione … e attraverso uno specifico Programma regionale per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni … promuove e sostiene”:

a) la diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) in tutti i luoghi e mezzi collettivi prioritariamente previsti dalla disciplina statale vigente in materia di defibrillatori automatici esterni, oltre a quelli previsti dalle norme nazionali in materia di attività sportiva, per prevenire gli esiti dell’arresto cardiocircolatorio e la morte cardiaca improvvisa; inoltre ne promuove la diffusione all’interno dei condomini, agendo con le associazioni di categoria degli amministratori condominiali e immobiliari presenti sul territorio regionale;

b) la registrazione e mappatura permanente della rete dei dispositivi di defibrillazione presenti sul territorio regionale, allo scopo di monitorarne e ampliarne lo sviluppo, assicurare la manutenzione costante dei dispositivi e l’aggiornamento permanente del personale laico e sanitario responsabile del loro utilizzo;

c) la consultabilità in tempo reale della mappatura di cui alla lettera b), attraverso applicazioni telematiche specifiche, ai fini della rapida reperibilità e attivazione dei dispositivi DAE in caso di emergenza da parte del sistema di emergenza sanitaria e di qualsiasi cittadino o cittadina;

d) la formazione permanente degli operatori laici abilitati all’utilizzo dei dispositivi DAE e alle pratiche di rianimazione cardiopolmonare precoce (BLSD) secondo gli standard definiti dall’European Resuscitation Council. La Regione in particolare dispone con propri atti le modalità per l’accreditamento dei centri di formazione, anche promossi dai soggetti della Rete regionale di cui all’articolo 7, in coerenza con quanto previsto dalla disciplina statale vigente in materia di defibrillatori automatici esterni e in materia di attività sportiva;

e) la formazione diffusa degli operatori laici sull’utilizzo di tecniche di rianimazione precoce e altre azioni di informazione, formazione, sensibilizzazione, particolarmente attraverso iniziative nelle scuole e nel sistema sportivo, utili allo scopo di ridurre l’incidenza, la mortalità o la frequenza degli esiti invalidanti degli arresti cardiaci.

Tuttavia, nel mese di marzo 2022, a seguito di un’istanza diretta a conoscere lo stato di attuazione del Programma regionale per la diffusione dei DAE, la Regione ammetteva di non avere ancora provveduto alla sua elaborazione.

Dopo oltre un anno, nel mese di maggio 2023, veniva presentata altra istanza ispettiva, per conoscere nuovamente lo stato di attuazione dell’art. 15 LR 19/2018.

Questa la risposta pervenuta:

Così formulata la risposta, l’Assessorato confermava di non avere ancora dato attuazione all’art. 15 della L.R. 19/2018, in quanto il Programma regionale per la diffusione dei DAE non risulta ancora completato, a distanza di ben 5 anni dalla promulgazione della legge; nessuna risposta invece per quanto riguarda le “azioni comunque intraprese dalla Giunta per dare attuazione al disposto legislativo (art. 15 LR 19/2018), finalizzato a rendere l’intero territorio regionale cardioprotetto”.

Per quanto riguarda le iniziative assunte presso le associazioni di categoria degli amministratori condominiali e immobiliari presenti sul territorio regionale, la risposta ha confermato l’assenza di iniziative nei 5 anni di vigenza della legge, in quanto nella comunicazione dell’Assessorato si fa riferimento a iniziative future del tutto indefinite.

Inoltre, poiché la Regione, oltre alle numerose proprie sedi presenti su tutto il territorio regionale e nazionale, vigila su 50 Enti, partecipa a 17 società, e controlla 70 enti di diritto privato, è abbastanza sorprendente conoscere che gli apparecchi DAE  (inseriti all’interno del Registro regionale Unico dei defibrillatori) presenti nelle sedi della Regione e degli Enti/Aziende ad essa collegate siano soltanto 23 (sic!).

La risposta alla richiesta di conoscere “quante siano state le risorse economiche complessivamente investite per dare attuazione al disposto legislativo (art. 15 LR 19/2018), distinte per annualità ed ambiti di intervento” è stata invece completamente omessa.

Da qui la necessità di sollecitare nuovamente la Giunta a rimediare al grave ritardo con cui la stessa sta procedendo all’attuazione della LR 19/2018, art. 15, in materia di dispositivi DAE.

Servirà a qualcosa ?!?

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Michele Facci

Michele Facci

Bolognese di nascita e Porrettano di adozione, vivo e lavoro tra l’Appennino e la Città. Avvocato cassazionista. Consigliere dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 2018. Attualmente componente delle Commissioni regionali II (Politiche economiche), III (Territorio, ambiente e mobilità) e IV (Politiche per la salute e politiche sociali), nonché membro del Comitato di sorveglianza sul Programma operativo regionale FSE 2014-20.

Michele Facci

Michele Facci

Bolognese di nascita e Porrettano di "adozione", vivo e lavoro tra l’Appennino e la Città. Avvocato cassazionista. Consigliere dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 2018. Attualmente componente delle Commissioni regionali II (Politiche economiche), III (Territorio, ambiente e mobilità) e IV (Politiche per la salute e politiche sociali), nonché membro del Comitato di sorveglianza sul Programma operativo regionale FSE 2014-20.

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