Dentro la “balena grigia”: viaggio negli sprechi della Regione (8)

di Michele Facci
di Michele Facci

Oltre 365 milioni di sforamento in 4 anni per gli acquisti in ambito medico: continua il dissesto della Sanità regionale.

Non c’è pace per i conti (rigorosamente rossi) della Sanità di Bonaccini: stavolta il disavanzo riguarda gli acquisti per i dispositivi medici (mod. CE), per i quali il D.L. 6.7.2011 n° 98 (convertito dalla L. 111/2011) ha previsto precise misure di razionalizzazione e prescrizioni nella spesa, ai fini di una evidente necessità di contenimento della stessa.

Nello specifico, l’art. 17, comma 1, lett. C), della predetta legge fissa il limite della spesa per l’acquisto di dispositivi medici da parte del SSN, prevedendo un tetto a livello nazionale e a livello di ogni singola regione, riferito rispettivamente al fabbisogno sanitario nazionale standard e al fabbisogno sanitario regionale standard di cui agli articoli 26 e 27 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, nell’ottica di garantire il conseguimento degli obiettivi di risparmio programmati.

Il valore assoluto dell’onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l’acquisto dei dispositivi in questione, a livello nazionale e per ciascuna regione, è annualmente determinato dal Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Le regioni monitorano (o meglio: dovrebbero monitorare !) l’andamento della spesa per acquisto dei dispositivi medici: l’eventuale superamento del predetto valore è recuperato interamente a carico della regione attraverso misure di contenimento della spesa sanitaria regionale o con misure di copertura a carico di altre voci del bilancio regionale. Non è tenuta al ripiano la regione che abbia fatto registrare un equilibrio economico complessivo.

Il limite di spesa per l’acquisto di dispositivi medici ha avuto diverse previsioni normative, fino ad arrivare al 4,4% dell’importo complessivo trasferito dallo Stato alle Regioni, e questo a decorrere dall’anno 2014.

Tuttavia, come certificato dal decreto 6 luglio 2022 del Ministero della Salute (in G.U. 15.9.2022, n° 216), la Regione Emilia-Romagna ha superato i limiti di spesa nelle seguenti misure:

 Fondo sanitario nazionaleTetto 4,4%Modello CE – Spesa per dispositivi mediciScostamento%
20158.065.959.998354.902.240440.623.00085.720.7608,2
20168.172.307.513359.581.531437.005.00077.423.4697,4
20178.305.743.070365.452.695444.209.00078.756.3057,1
20188.366.241.027368.114.605491.862.000123.747.3959,6

Nel leggere queste cifre non si può non considerare come la spesa sanitaria regionale sia oggetto di programmazione periodica annuale, con il coinvolgimento delle varie Direzioni aziendali, alle quali vengono inoltrate le indicazioni ed i riferimenti necessari per formalizzare gli strumenti aziendali di programmazione e per attuare le politiche regionali, nell’ottica di assicurare un efficace governo delle risorse disponibili.

Appare pertanto sorprendente che il tetto di spesa sanitaria per l’acquisto dei dispositivi medici (modello CE) venga sistematicamente superato dalla Regione Emilia-Romagna, circostanza che denota una gestione amministrativa e finanziaria certamente poco oculata e attenta, e comunque in difformità con quanto prescritto dal D.L. 6.7.2011 n° 98 (“Le regioni monitorano l’andamento della spesa per acquisto dei dispositivi medici”).

Per questo abbiamo chiesto conto a Bonaccini & Donini come sia possibile uno scostamento di tale portata, indice certamente di un’amministrazione quantomeno “allegra” della finanza pubblica.

Come sempre, attendiamo risposta…

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Michele Facci

Michele Facci

Bolognese di nascita e Porrettano di adozione, vivo e lavoro tra l’Appennino e la Città. Avvocato cassazionista. Consigliere dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 2018. Attualmente componente delle Commissioni regionali II (Politiche economiche), III (Territorio, ambiente e mobilità) e IV (Politiche per la salute e politiche sociali), nonché membro del Comitato di sorveglianza sul Programma operativo regionale FSE 2014-20.

Michele Facci

Michele Facci

Bolognese di nascita e Porrettano di "adozione", vivo e lavoro tra l’Appennino e la Città. Avvocato cassazionista. Consigliere dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 2018. Attualmente componente delle Commissioni regionali II (Politiche economiche), III (Territorio, ambiente e mobilità) e IV (Politiche per la salute e politiche sociali), nonché membro del Comitato di sorveglianza sul Programma operativo regionale FSE 2014-20.

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