Dentro la “balena grigia”: viaggio negli sprechi della Regione (parte 7)

di Michele Facci
di Michele Facci

L’Emilia-Romagna stipula contratti di finanza derivata e perde 174 milioni in 17 anni: il “capolavoro” della Giunta regionale.

Questa vicenda ha dell’incredibile, veramente.

Siamo nel 2002, e la Regione Emilia-Romagna a guida Vasco Errani, per ripianare i debiti delle Aziende Sanitarie del territorio, decide di sottoscrivere un mutuo di oltre 500 milioni con la Cassa Depositi e Prestiti, con ammortamento trentennale.

Nel 2004 accade però l’impensabile: la Giunta regionale (DGR n° 337 del 1.3.2004), con Assessore alle Finanze Flavio Delbono (che poi passerà alla storia politica per avere fatto commissariare il Comune dopo 9 mesi dalla sua elezione a Sindaco di Bologna), delibera di stipulare tre contratti in derivati, per un valore nominale iniziale complessivo pari a € 473.418.824,02, a garanzia del mutuo originario.

I contratti vengono sottoscritti con Dexia Crediop, UBM e JP Morgan. Tali contratti, definiti tecnicamente Interest Rate Swap & Collar, prevedevano, di fatto, la trasformazione del tasso d’interesse del debito sottostante da variabile a variabile con tasso massimo e tasso minimo (Cap & Floor) nel periodo compreso tra il 31/12/2004 e il 31/12/2009, e da tasso variabile a tasso fisso (5,25 % !!!) nel periodo successivo, e quindi dal 1.1.2010 fino al 30 giugno 2032.

Nelle motivazioni della delibera si legge che “il Direttore Generale Risorse Finanziarie e Strumentali avvalendosi del supporto tecnico del Servizio Bilancio- Risorse Finanziarie, ha esaminato, sotto il profilo della
fattibilità e convenienza economica per l’Ente Regione, le varie proposte di copertura di tale rischio presentate dagli Istituti sopraindicati così come risulta dalla documentazione trattenuta agli atti della Direzione Generale
.”

Ebbene, l’esame della fattibilità e convenienza economica per la Regione è stato talmente approfondito che la perdita per la Regione, sotto forma di interessi passivi corrisposti, è pari a circa 174 milioni (!!!) alla data del 31.12.2021. Cifra destinata inesorabilmente ad aumentare, sino al termine di vigenza del contratto.

Già nel gennaio 2019, con interrogazione n° 7745/2019, avevo provveduto a denunciare la vicenda, insieme ai colleghi del gruppo Lega in Regione. A quella data, tra l’altro, la previsione di perdita complessiva si attestava intorno ai 210 milioni, mentre ad oggi la prospettiva di perdita complessiva al 2032 è di circa 228 milioni di euro (cfr. DGR 1911 / 2021).

Vi chiederete se i bravi amministratori dell’epoca siano mai stati chiamati a rendere conto di questo capolavoro. Ovviamente no, siamo pur sempre in Emilia-Romagna.

La Corte dei Conti regionale, nel giudizio di verifica sui conti regionali relativi all’anno 2020, si era infatti limitata ad invitare la Regione a effettuare “una valutazione di convenienza di mantenimento dei contratti rispetto all’ipotesi di un recesso“, cosa sempre chiesta a gran voce dall’opposizione.

Ad oggi, dopo vani tentativi di difendere l’operato della Giunta di allora, anche l’attuale Giunta ha dovuto dare atto dell’insostenibilità di questi costi, ed ha conferito mandato ai propri Legali per provare a recedere dai contratti-capestro di finanza derivata.

Chi pagherà per questa negligenza amministrativa che ad oggi vale 174 milioni di euro ?

Come sempre: gli emiliano-romagnoli.

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Michele Facci

Michele Facci

Bolognese di nascita e Porrettano di adozione, vivo e lavoro tra l’Appennino e la Città. Avvocato cassazionista. Consigliere dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 2018. Attualmente componente delle Commissioni regionali II (Politiche economiche), III (Territorio, ambiente e mobilità) e IV (Politiche per la salute e politiche sociali), nonché membro del Comitato di sorveglianza sul Programma operativo regionale FSE 2014-20.

Michele Facci

Michele Facci

Bolognese di nascita e Porrettano di "adozione", vivo e lavoro tra l’Appennino e la Città. Avvocato cassazionista. Consigliere dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 2018. Attualmente componente delle Commissioni regionali II (Politiche economiche), III (Territorio, ambiente e mobilità) e IV (Politiche per la salute e politiche sociali), nonché membro del Comitato di sorveglianza sul Programma operativo regionale FSE 2014-20.

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