La Regione Emilia-Romagna segua altri esempi virtuosi
Nelle ultime settimane, è tornato drammaticamente di attualità il fenomeno delle aggressioni nell’ambito del trasporto pubblico, in special modo a bordo dei mezzi del trasporto ferroviario regionale.
In Emilia-Romagna, secondo i dati recentemente diffusi, le aggressioni sono praticamente quadruplicate dal 2019 a oggi (da 18 episodi del 2019 a 62 nel 2021, e già 35 nel solo primo trimestre del 2022), con i capitreno che hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere in ben 80% dei casi, in quanto oggetto di violenze e percosse quasi sempre per gli stessi motivi: passeggeri senza biglietto, o privi di mascherina.
Nello scorso mese di aprile, il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, aveva sottoscritto due protocolli con il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Anci, le associazioni e i sindacati firmatari dei relativi contratti (Asstra, Anav, Agens, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti, Faisa-Cisal, Ugl-Fna, Ugl-Ferrovieri, Fast-Confsal, Orsa Trasporti), con l’obiettivo di monitorare e migliorare la sicurezza dei conducenti dei mezzi del trasporto pubblico locale e regionale, e per contrastare aggressioni e minacce al personale.
Come ebbe a dichiarare in quell’occasione il Ministro Giovannini, “Il trasporto pubblico locale e regionale assolve una funzione fondamentale per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini ed è compito delle imprese e delle istituzioni porre in essere ogni attività per tutelare il personale di servizio da aggressioni fisiche e verbali che possono verificarsi a bordo dei mezzi pubblici”.
Anche la Regione Emilia-Romagna, fin dal 2004, proprio nell’ottica di “… incrementare il livello di sicurezza dell’esercizio in generale sui mezzi del trasporto pubblico”, ha favorito l’accesso gratuito a bordo agli appartenenti al personale delle Forze dell’ordine “poiché si è convinti che la loro presenza è in grado di attivare e prevenire episodi di possibili aggressioni e di ridurre il tasso di evasione” (cfr.: DGR 1103/2016, che richiama la precedente DGR 2082/2004).
Alcune Regioni, come per esempio la Lombardia, il Piemonte ed il Lazio, oltre a prevedere l’accesso gratuito al sistema di TPL per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine ( Polizia di Stato, Polizia Stradale, Arma dei Carabinieri, Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Corpo dei Vigili del Fuoco, Polizia Provinciale, Polizia Municipale), hanno previsto la possibilità di accesso gratuito, con le medesime procedure, agli appartenenti alle Forze armate (Esercito Italiano, Aeronautica Militare e Marina Militare).
I militari dell’Esercito Italiano, tra l’altro, partecipano da oramai 14 anni, sull’intero territorio nazionale, alla c.d. Operazione “Strade Sicure”, per presidiare i territori più critici dal punto di vista della sicurezza urbana, anche in relazione alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto della criminalità e del terrorismo.
Consentire il trasporto gratuito sui mezzi pubblici del sistema di trasporto locale della nostra Regione anche agli appartenenti alle Forze Armate, pertanto, permetterebbe al “personale di bordo” di avere a disposizione un maggiore supporto personale, in caso di pericolo per la sicurezza e di pericolo, e comunque in ogni caso di necessità per l’incolumità delle persone e del servizio stesso.
Per questo motivo, il gruppo Lega in Regione ha proposto una risoluzione a mia prima firma, affinchè la Giunta, in deroga all’art. 39, comma 5, L.R. 30/1998, voglia estendere la gratuità del trasporto pubblico già prevista per le Forze dell’Ordine anche agli appartenenti alle Forze Armate, con le medesime modalità procedurali.
Adesso aspettiamo al voto Bonaccini & co. …